small states on un-certain stereotypes

intervista a Marcelle Teuma and Claire Zerafa, Adrian Grima, Georgina Portelli - Associazione Inizjamed
intervista a Francis Zammit Dimech - Ministro al Turismo e Cultura

Malta, La Valetta
Aprile e Agosto 2004/05


CLAIRE ZERAFA: Noi Maltesi (non la nostra generazione) siamo molto superstiziosi. Crediamo agli spiriti e una volta c’era una giovane donna, tenuta prigioniera in una stanza del Palazzo Verdala a Buskett. Siccome non sopportava più quella situazione, un giorno si gettò dalla finestra. Dicono che a volte si veda il suo spirito. La chiamano “la signora in blu”, dal colore dell’abito che indossava abitualmente.
MARCELLE TEUMA: Uno dei nostri amici, un membro di Inizjamed, stava fotografando le targhe sparse per Malta in memoria delle vittime degli incidenti stradali, perché a Malta abbiamo questa usanza di mettere targhe nei punti in cui avvengono incidenti mortali, per ricordare le vittime. Stava facendo questa ricerca per un nostro progetto intitolato Klandestini (Clandestini). Scattava foto e prendeva appunti su ognuna di queste numerosissime targhe. Qualche tempo fa, mentre stava fotografando una targa su una scogliera insieme alla sua ragazza, dice che gli è apparsa una figura misteriosa. Una figura nera.
RITA CANAREZZA: Qual è il ruolo dell’associazione no-profit Inizjamed nel contesto culturale di Malta?
ADRIAN GRIMA: Inizjamed è stata creata per riempire un vuoto. I fondatori erano per la maggior parte giovani scrittori che desideravano creare un ambiente in cui lavorare e coltivare il loro talento. Fino a quel momento, molti scrittori andavano da un evento letterario all’altro, ma sempre riproducendo i lavori e gli stili che avevano già elaborato. Volevamo creare una sorta di salotto letterario che potesse aiutarci a diventare artisti e scrittori migliori, a far crescere il nostro lavoro. Volevamo creare uno spazio per sviluppare la nostra creatività. E ci siamo riusciti. Oltre a organizzare eventi, organizzavamo progetti in preparazione di ogni evento. Ci interessava soprattutto il processo creativo, quindi i progetti consistevano soprattutto nel discutere tra noi del nostro lavoro, testare le reazioni degli altri, e organizzare seminari con scrittori internazionali, o a volte anche del posto. Devo dire che buona parte del sostegno che abbiamo ricevuto – continuiamo a ricevere - è di istituzioni e organizzazioni straniere. All’inizio, per esempio, abbiamo potuto contare sull’appoggio dall’Arci italiano, del British Council, dell’UNESCO e dell’Unione Europea.
(interview extract)