The two for two art group (CY)

Reaction, 2003, time 2:05 sec


Concetto
I 242 nel proprio lavoro il corpo diventa il campo di battaglia dove la narrazione privata, che procede e la politica che lo disciplina, diventano iscritta alla sua superficie. Per il soggetto postmoderno il corpo diventa essenziale per la costruzione della sua identità. Ma il lavoro porta avanti la costruzione di un non-auto-identità visiva manipolazione di un corpo decostruito e frammentato. Lo spettatore non è più un voyeur che osserva il corpo come una tradizionale figura intera dell’altro, ma l’oggetto del lavoro diventa la suggestione del corpo attraverso la propria umanità, che è riconosciuta come la migliore: attraverso il proprio corpo. Come Terry Eagleton commenti nel suo libro ’Illusioni di postmodernismo’ (Blackwell, fp 1996), "... I corpi sono modi di parlare di soggetti umani senza andare tutti verso un umano spiccio... Per tutti i suoi cavortings carnevaleschi, parlare di corpo è così, tra le altre cose più positive, la nostra ultima forma di repressione, e il culto del piacere postmoderno ... è molto solenne, un affare di alta tonalità davvero. "Le dinamiche che giungono sono le nuove somatiche e sono molto più complicate in quanto il corpo non è solo un vettore di piacere sessuale, ma è anche il veicolo con cui l’individuo si comunica di ciò che è "dentro". Vi è la necessità ossessiva che l’interiorità del sentimento e del pensiero è già evidente nel mondo reale attraverso la verifica visiva di noi stessi: i nostri corpi. E ’essenziale nella nostra realizzazione come esseri umani che questa interiorità, che nella tradizione cristiana è chiamata anima, possa essere esteriorizzato o meglio lo è: il corpo. Perché, come Wittegenstein una volta disse "... il corpo è l’immagine migliore che avevamo dell’anima." Sul corpo di un sistema completamente nuovo di un linguaggio somatico è iscritta, al fine di interagire a chi si è, non in termini di dentro o fuori (al di fuori corpo, l’anima interna) ma entrambi in una volta, attraverso la meccanica e la lingua di un organismo che ha un ’"anima" o è piuttosto l’anima. E ’questo nuovo linguaggio, che ci libera e definisce la nostra umanità e dà quindi vita al linguaggio della linguistica. E come T. Eagleton commenti "... Il linguaggio è ciò che ci emancipa di astrarre noi stessi dal mondo (che include a tal fine il nostro corpo) ... Lingua ci libera dalla casa-prigione dei nostri sensi ... "