Katerina Attalidou (CY)

Psychosia, 2005 time 2:37 sec


Concetto
-Psychosia, da dove viene il titolo o deriva da...?
-E ’una combinazione di due parole, psicosi, il grave disturbo mentale che interessano l’intera personalità, e di Nicosia, la capitale dell’isola di Cipro.

-Dimmi il suono del film.
- Si tratta di una versione allungata della introduzione del pezzo dei Pink Floyd di musica dal titolo Shine On You Crazy Diamond, tratto dal album Wish You Were Here. E ’sovrapposto sopra il suono stesso della passeggiata, per cui all’inizio si inizia a sentire il suono delle botteghe del quartiere, e alla fine a parlare del passeggino, in uno dei dialetti locali ciprioti.

- Perché hai effettivamente scelto un noto pezzo invece di un "suono più" locale?
- E ’probabilmente perché aveva accompagnato la mia giovinezza e le mie ricerche in città per trovare luoghi elevati da dove ho potuto prendere uno sguardo dall’altra parte, l’altra faccia della città. L’ho allungato in modo che sarebbe stato un contrasto con il ritmo attuale del movimento delle immagini.

- Così in realtà non trattare con la memoria o con un disturbo mentali, come suggerisce il titolo?
- L’intera esperienza di fare questo film ha a che fare con la comprensione del modo in cui il paesaggio urbano influisce sulla percezione delle cose e, di conseguenza, la tua personalità ... ho visitato Sarajevo, tre anni fa pensando di trovare un paesaggio urbano devastato. Invece, ho trovato una città che "sembrava" molto più normale e serena di Nicosia, la città dove ero nata e cresciuta e dove la guerra non era stata ancora omnipresente. Il recente taglio in due di un’isola lascia un sacco di segni. E un sacco di cicatrici. Ma in un modo in cui mi resi conto solo in maniera tangibile il peso dei segnii, della diserzione, del filo spinato, dei soldati, quando ho visitato la città di guerra e, recentemente, un altro devastato e, inevitabilmente, si è confrontata con la realtà visiva!

- C’è una sensazione claustrofobica nella passeggiata, si è scelto di mostrare allo stesso tempo, le immagini che si sovrappongono per dare la sensazione che non si può vedere chiaramente.
- Poiché non vi è stata la possibilità di attraversare dall’altra parte, sono stata in giro alla scoperta di questa zona che è stata inaccessibile per quello che mi sembrava da sempre. Ho smesso di arrampicare su edifici alti, ora sto facendo ricerche a terra! Comincio a percepire la realtà delle cose, al di là di un idealizzazione, al di là della propaganda. Ed è un processo difficile. Degrado e male! Molto spesso mi sento di non riuscire a vedere, sentire, capire chiaramente. L’abbandono e il degrado della magnificenza di ciò che avrebbe potuto essere, insieme con lo sviluppo brutto e anarchico di tutta l’isola alla ricerca di sempre più denaro, spesso mi avvolge in un sentimento di disperazione. Solo l’incontaminata natura può lenire questa sensazione ed è sempre più scarsa.

-Dove ha fatto le riprese che si svolgono?
- Beh, proprio nel bel mezzo della città, toccando quello che viene chiamato da noi gente del posto "la zona morta", che è la zona tampone sotto amministrazione delle Nazioni Unite, c’è questa vecchia casa fatiscente porta ad una serie di negozi il cui ingressi e le finestre sono barricate. Le aperture sono state effettuate sulle pareti laterali per facilitare la circolazione. Il quartiere dell’esercito del deserto.

Estratto da una discussione con Alexia Angelatou, artista.