proloco#2 galleria neon bologna

december 30, 2018 april 6, 2019

opening: december 30, 6:30–9pm

laveronica arte contemporanea






Facile come la domenica mattina
(Tautologia emiliana / terrestre)

Ero appena stato da Gino e avevo aggiunto un’opera importante di Maurizio Cattelan alla mia stessa misera collezione.
Sulla A1, le domande che mi ronzavano intorno alla testa riguardavano il mio grado di chiarezza, dubitando della stessa stabilità di
il mio cervello razionale.
Che cosa avevo fatto?
Sì, certo, avevo risparmiato nei mesi precedenti in modo che potessi anche pensare di offrire uno dei suoi lavori più importanti.
Ero abbastanza fuori di me dalla gioia, ma c’era ancora un dubbio insignificante - forse ero andato un po ’troppo lontano.

Gino, tuttavia, aveva scelto quel lavoro per me.
Un’opera a lungo ricercata da veri (seri) collezionisti: per quanto meravigliosa, era in attesa di un incontro che in realtà era più simile a una coincidenza di obiettivi.

Alla Galleria Neon, le urgenze (intendendo in questo modo una classificazione immaginaria dei bisogni umani) definivano l’importanza delle scelte fatte.

A volte l’urgenza stessa, tuttavia, era proprio quella di non averne affatto.

Andrea Pazienza ci ha lasciato dietro di sé una traccia resistente e poetica, ma non prima di aver accuratamente nascosto la sua roba in giardini che, potrei dire, erano piuttosto Landolfiani.

Mentre a Torino, nello stesso periodo, quando San Bruno Zanichelli stava inscenando la sua personale e universalmente umana battaglia contro il tempo fugace e divorante, Gino Gianuizzi nutriva un interesse simile per l’umano attraverso esperienze artistiche apparentemente più aggregative.

Fare spazio a una sorta di casualità relazionale - promuoverla e gettare le basi affinché qualcosa prendesse forma - mi sembra essere una delle caratteristiche fondamentali del progetto.

Al Neon, stava emergendo una descrizione dell’uomo che mi piaceva davvero.
Un tentativo di immaginare e accettare l’evoluzione di uno scenario antropico nel tempo e nello spazio potrebbe essere liberamente contaminato dall’imprevisto.
Come se.

A volte durante gli orari di apertura, la galleria non era di fatto aperta, quindi aspetterei (non è successo molto spesso, ed è perfettamente comprensibile) per Gino.

Al Neon, ho visto molte mostre memorabili.
A cui vorrei andare per il piacere e l’entusiasmo di vederli, niente di più.
Quale non è qualcosa che può essere dato per scontato, se penso ai motivi per cui la gente va a visitare una galleria, un museo o una fondazione.

Plasmoniana di Eva Marisaldi.

Rivolta di Italo Zuffi.

Il livello saliva e scendeva, ma l’importante era seguire la rapida successione degli spettacoli che GG aveva organizzato, uno dopo l’altro.

La qualità del lavoro e delle visioni degli artisti erano variabili, molto variabili.

Il flusso poetico continuo della sequenza di visualizzazione era la vera ragione dietro al progetto, penso.
Oltre alla qualità, che a volte è stata eccezionale.

Maurizio Cattelan, Eva Marisaldi, Alessandro Pessoli, Cuoghi Corsello, Maurizio Mercuri, Alessandra Tesi ... (per citare solo alcuni degli artisti che all’epoca lavoravano con la galleria).

Pensieri raffinati e sguardi disincantati (ma non arrabbiati, direi) evocavano storie che erano paradossalmente modellate dalla mancanza di richieste eccessivamente concrete o persino banalmente sfruttatrici.
Il presente sperimentato con tolleranza e curiosità nella sua poetica imprevedibilità era il vero fulcro della dimensione spazio-temporale.

Esperienze artistiche di altissimo livello e quasi sempre di modesto impatto formale.

La dimensione performativa, in senso tautologico e letterale, era la struttura formale attorno alla quale si sarebbero scontrate forme apparentemente casuali.
Come se.

Ma quando ho visto Estate di Eva o Rivolta di Italo, le cose hanno cominciato ad assumere un certo significato.

In attesa della prossima fonte di input, il seguente passaggio, la sequenza di eventi che ha portato alla sedimentazione della storia di Neon è innanzitutto un processo poetico che deve essere valutato nella sua interezza, mettendo da parte i suoi momenti di maggior successo.
Gino Gianuizzi è il più evanescente dei miei punti di riferimento, il più lontano da un certo punto di vista.
È come partire senza una destinazione in testa, consapevole che la costruzione di questo itinerario è determinata da variabili che, per di più, ci interessano fino ad un certo punto e che possono essere francamente illuminanti.

Come se, infatti, la ricerca dell’approvazione fosse una cosa estremamente stupida, se paragonata alla forza dell’esperienza stessa e alle rivelazioni che potrebbero emergere lungo il percorso.
Senza troppa paura

Paolo Zani


Photo courtesy: Mimi Enna

Per informazioni:
Laveronica Arte Contemporanea
Via Grimaldi, 93,
97015 Modica - Ragusa
Tel. 0932 187 3100
www.gallerialaveronica.it