murmur

eve ariza

13 maggio - 26 novembre 2017
partecipazione nazonale del principato di andorra
57°  biennale di venezia

istituto s. maria della pietà, castello 3701
venezia



Murmuri è una riflessione sul linguaggio universale, una ricerca approfondita sul materiale in mutazione e sulle origini della forma e del suono. Partendo dalla tradizione dell’arte ceramica, l’artista andorrana Eve Ariza lavora sulla moltiplicazione della ciotola come contenitore di verità e di certezza. La ciotola in ceramica appare come la prima forma modellata dall’uomo con un’intenzione. Lei struttura la sua base per rivelare una forma di bocca, trasformando così la sua essenza e lasciando da parte il suo convenzionale uso. L’enorme processo di consumo del tempo della pratica della ceramica diventa qui un atto di ribellione sottile. Ascoltando e abbandonando se stessi al materiale come suggerisce, in un certo senso, il ritmo vivente dell’artista. Il progetto svolge anche la battaglia dell’artista contro il «bla», un concetto di sovrabbondanza e sovraesposizione su immagini e suoni come fondamento tangibilmente ed unico della società odierna. L’installazione diventa un’esperienza sensoriale poiché ogni forma rivela la propria risonanza naturale. Liberato dall’onere di qualsiasi contenuto narrativo esplicito, l’opera provoca un’intenso dialogo fisico con lo spettatore. Le linee modellate che si formano attorno alle bocche, uniformemente si assomigliano alle increspature formate dalle onde sonore. I mormorii che emanano, richiamano alla prima vibrazione puramente poetica che ha dato origine a tutta la comunicazione umana. Nel contesto attuale, Murmuri fa anche riferimento alle tante fluttuazioni delle popolazioni umane, presenti e future, e della loro influenza sulle strutture sociali e sull’ambiente. Il fenomeno della risonanza è percepibile per lo più attraverso il suono, ma la propagazione di quel movimento iniziale potrebbe essere trasferibile ai flussi umani. Posizionati in precisi modelli, le diverse tonalità dell’argilla suggeriscono le migrazioni incessanti che si verificano nel mondo. Trascinando il confine e altre barriere invisibili, Ariza colloca lo spettatore al centro di questa vibrazione originale, costituiva di tutta la materia nell’universo. L’intero lavoro di Eva Ariza riflette un insiele di modalità espressive, dalla ceramica all’avventura attivista, dalla comunicazione umana alle intricazioni del linguaggio in una società post-consumista. Attraverso queste azioni spesso effimere, emerge anche una tenace azione critica su ciò che rappresenta oggi il microcosmo andorrano e i suoi disagi.

Eva, ARIZA
Nata a Béziers, in Francia nel 1973
Vive e lavora tra Andorra, Francia e Spagna.