small states on un-certain stereotypes
intervista a Leonardo Casadei - Direttore della Galleria d’Arte Moderna of San Marino (dal 1980 al 1984)
San Marino, Gennaio 2010
LEONARDO CASADEI - La mia esperienza di direttore della Galleria d’arte moderna è nata dall’esigenza di quel momento storico. Si usciva da un ambito politico di cultura provinciale, e l’affacciarsi di una nuova coalizione politica permise di entrare in una dimensione più disponibile e favorevole a un nuovo contesto culturale, al dialogo, alla sperimentazione e al processo intellettuale, esprimendo così un nuovo impulso e iniziativa. La nascita dell’Associazione Artisti di San Marino, l’istituzione del Dicastero alla Pubblica Istruzione e Cultura, e una serie di iniziative dirette a identificare tutte le opere d’arte di proprietà dello Stato acquisite nel corso di tutte le attività espositive svolte negli anni precedenti, fece nascere l’esigenza di creare un istituzione specifica, per l’archiviazione e il censimento dell’arte moderna e contemporanea. Questo diede quindi la possibilità di sviluppare uno spazio espositivo stabile e ridare valore a una serie di iniziative fatte negli anni ’60, di grande spessore e importanza, che sono state le Biennali Internazionali d’Arte di San Marino. Questi erano eventi che continuavano a muovere i sogni degli artisti sammarinesi e di molte persone che s’interessavano d’arte, pensando che si potesse recuperare e riproporre quell’evento. Ma non fu possibile, perché le spinte di quegli anni furono dirette verso altri interessi, l’iniziativa appariva troppo onerosa, e non giustificava che si comprimessero in un unico evento, le diverse iniziative che invece si volevano realizzare. Cosi nel 1980, nasce l’istituzione della Galleria d’Arte Moderna di San Marino, che fu il frutto embrionale in parte del critico Mario Penelope, attraverso il suo lavoro di censimento delle opere d’arte contemporanee di proprietà dello Stato, e dall’altra proprio l’esigenza politica di dare corpo a questa struttura. (...)
RITA CANAREZZA - Ci puoi raccontare della retrospettiva di Mario Merz del 1983, esposizione che hai curato prima della fine del tuo mandato.
LC: Si, è stato il primo intervento espositivo, di vasta raccolta che comprendeva l’intera opera di Mario Merz dalle origini a quelle attuali. In quel periodo Mario Merz aveva già fatto esposizioni in tutto il mondo, ma fino a quel momento mai mettendo insieme tutto l’excursus della sua opera. La mostra però, non era concepita come un antologica classica, ma una mostra/evento attraverso l’interazione con lo spazio espositivo che si completava anche con un catalogo specifico, ripercorrendo l’analisi di tutto il lavoro di Mario Merz. La somma di questi due elementi ha determinato il successo della mostra. Il merito va particolarmente a Germano Celant che ha curato il catalogo e ha guidato le aspettative dell’artista con le risorse del territorio. Ricordo che Mario Merz era molto colpito dalla morfologia di San Marino, di come si mostra verso l’Adriatico in modo così aperto, quasi violento, e per la presenza quasi costante del vento, Mario mi disse che si sentiva in un luogo di magia. Di conseguenza il lavoro nello spazio espositivo che si teneva nel Palazzo del Kursaal, ha consentito di sviluppare un esposizione unica nel suo genere, facendo in modo che lo spazio e l’opera fossero un corpo unico. (estratto dall’intervista)